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Chiesa Regina Pacis | Giavera del Montello

Chiesa Regina Pacis Giavera del Montello

Immagini

Progetto

Stefano Boeri Architetti

Anno

2023

Luogo

Giavera del Montello, Italia

Cliente

Diocesi di Treviso

Tipologia

Chiesa, Masterplan, Spazio Pubblico, Parchi

Servizi

Fase 1 manifestazione di interesse; Fase 2 concorso;

Credits

Progetto:
Stefano Boeri Architetti
Founding Partner: Stefano Boeri
Project Leader: Paolo Russo
Design Team: Lorenzo Masotto, Mohammed Hassan Elgendy, Federico Godino

Team di concorso:
Progettazione: Stefano Boeri Architetti; Arch. Tino Grisi
Esperto in liturgia: Luigi Girardi
Opere d'arte: Marcello Maloberti e Leonardo Nava

Consulente MEP:
United Consulting

La proposta di Stefano Boeri Architetti in collaborazione con l’Arch. Tino Grisi per il concorso per la progettazione del nuovo complesso parrocchiale dei Santi Giacomo e Cristoforo a Giavera del Montello, indetto dalla Diocesi di Treviso, prevede un intervento a scala architettonica che si ponga come volano per una trasformazione urbana più ampia e significativa. 

L’intervento prevede la progettazione di tre volumi – la nuova chiesa, la casa canonica e i locali del ministero pastorale – inseriti in un contesto che trae le sue forme generative dal paesaggio locale, in particolare dalle doline del Carso. Richiamando le forme ovali del contesto paesaggistico, vengono create infatti all’interno del masterplan delle “stanze”, il cui perimetro alberato da un lato ombreggia lo spazio pubblico, creando dei sentieri fluidi e protetti, e dall’altro garantisce un gradiente di privacy crescente: dallo spazio della piazza e del campo sportivo, totalmente accessibili e aperti al pubblico, si passa ai locali del ministero pastorale, che si sviluppano su 530 mq, fino alla Casa Canonica, sviluppata su 178 mq. Attraverso questo nuovo paesaggio, ispirato alla modellazione dell’ecosistema territoriale prossimo, che si basa su una serie di intervalli verdi che definiscono le relazioni tra le diverse aree, l’obiettivo dell’intervento è quello di creare spazi comunitari e di condivisione alternati ad altri, più privati, di riflessione e culto.
L’integrazione tra il paesaggio e le volumetrie definisce tre polarità, all’interno delle quali sono concentrate – prevalentemente al piano terra – le funzioni previste, con l’obiettivo di massimizzare l’accessibilità e le relazioni interno-esterno, con attenzione particolare rivolta alla qualità degli spazi per il culto.

Luogo centrale di congiunzione degli ambienti del masterplan è il complesso della nuova Chiesa Regina Pacis, rivestita da una facciata in laterizio. L’impianto, a pianta circolare racchiuso da un muro curvo continuo, nasce per assemblaggio, accostamento e movimento di spazi-soglia a diversa elevazione reintegrati nel verde: un luogo accogliente e raccolto per nuova spiritualizzazione, umana e ambientale.  La chiesa si offre come un punto di raccolta dei fedeli, sia in relazione all’esterno e all’ambiente circostante, e sia all’interno della chiesa: la logica di “raccolta” dei fedeli e della comunità rappresenta il carattere distintivo del disegno architettonico. Caratterizzato da un’unica aula circolare, lo spazio riservato all’attività religiosa è stato pensato per adattarsi e facilitare i diversi movimenti e accessi ai diversi riti – come l’eucaristia, per esempio, o il battesimo, o la conclusione della messa – polarizzati dall’oggetto altare, che funge da fulcro della comunità.
Per quanto riguarda i simboli scelti a corredo del progetto architettonico, il progetto iconografico si fonda su due aspetti estetico-teologici: da una parte confrontarsi vis-à-vis con le forme di disincanto globale che pervadono il nostro tempo; dall’altra affrontare il tema dello sguardo e della profondità. L’arte dentro e fuori la nuova chiesa di Giavera del Montello, attraverso le opere site specific di Marcello Maloberti e Leonardo Nava, non ricerca un valore “espositivo” ma un modo di generare un rapporto di immersione personale.

Infine, grande attenzione è stata posta agli aspetti di sostenibilità ambientale: la progettazione del complesso parrocchiale, infatti, tende al principio di energia quasi zero (NZEB), grazie a scelte e tecnologie che minimizzino i consumi energetici. Innanzitutto lo studio della geolocalizzazione ha guidato il disegno dei volumi, che sono dotati di sistemi passivi di ottimizzazione del calore, ventilazione e raffrescamento. In particolare, la progettazione delle facciate e delle relative vetrate permette di utilizzare una ventilazione naturale per il raffrescamento durante il periodo estivo e sfruttare al meglio l’irraggiamento solare per il riscaldamento invernale. Sono stati poi scelti dei materiali da costruzione eco-compatibili per gli elementi opachi dell’involucro che, insieme a impianti centralizzati, come il fotovoltaico sulle coperture degli edifici – con una potenza complessiva di circa 60 Kw – e i benefici naturali dati dalla vegetazione, come l’ombreggiamento, garantiscono un risparmio energetico sostanziale.
È stato progettato inoltre sia un impianto idrico dinamico in cui le acque meteoriche, grazie a suoli permeabili, vengono raccolte in un serbatoio di accumulo per un opportuno riutilizzo, sia un sistema di stoccaggio per ottimizzare la produzione dei consumi energetici, accumulare energia elettrica nei momenti in cui i carichi giornalieri sono inferiori alla produttività dei pannelli, per poi riutilizzare l’energia accumulata nei momenti di maggior richiesta.

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