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Vertical Forest ispirazioni bosco verticale | #cinque

ispirazioni bosco verticale
#cinque

Pensare in termini di biodiversità significa prendere atto che oggi l’Europa è una unica immensa città; e che nel mondo si sono moltiplicate le megalopoli e le aree metropolitane, che estendendosi nel territorio hanno coperto come un manto continuo coste, vallate, pianure, divorando migliaia di ettari di natura e di agricoltura. Immense superfici urbane che in molte parti del pianeta hanno ormai circondato sia le poche grandi aree naturali rimaste e trasformate in “parchi a tema”, sia le zone agricole trasformate in grandi giardini, in hortus conclusus.
La crescita ininterrotta di queste città infinite – che farà sì che nel 2050 la popolazione urbana supererà il 70% della popolazione planetaria – ha modificato gli equilibri biologici e ha ridotto fortemente la biodiversità di specie, da un lato accelerando la riduzione e l’estinzione di alcune specie vegetali e animali, dall’altro costringendole a invadere territori estranei perché sottratti con la forza alla natura selvaggia.
I cervi costretti a muoversi nel centro di molte città di montagna, le volpi che abitano le periferie e la metropolitana di Londra, i cinghiali che scorrazzano nelle strade di molte città mediterranee sono gli indizi di un disagio profondo nella sfera della vita. Un disagio che segnala la rottura di un patto storico tra natura e artificio; un disagio che non possiamo pensare di affrontare tornando al passato e ritraendo le nostre città entro i confini di un tempo. La grande sfida della biodiversità va dunque combattuta entro le attuali condizioni della Città Continua, della metropoli infinita che ci circonda e che abitiamo.

Va combattuta con gli strumenti della politica: creando aree protette affidate all’autonomia radicale della natura, dalle quali espungere totalmente non solo la presenza, ma anche le istanze di governo e controllo della nostra specie.
E progettando un’agricoltura che nei territori attorno alle metropoli e nelle grandi stanze intercluse della città Europa, riacquisti una varietà di colture e prodotti, e non sia solo un’estensione “grigia” di campi coltivati a monoculture di cereali e abitati da nutrie e cornacchie. Ma la grande sfida della biodiversità può e deve essere combattuta anche grazie all’architettura. Moltiplicando i luoghi di generazione di biodiversità vegetale e faunistica dentro le aree urbane più dense e congestionate.

E demineralizzando le superfici urbane, con tetti verdi, giardini verticali e veri e propri innesti di biodiversità, come il Bosco Verticale. Ma questa sfida, laddove non sarà possibile limitare le spinte all’urbanizzazione, sarà vinta solo con la realizzazione di vere e proprie città vegetali. “Foreste Urbane” dove l’architettura non sia solo una cornice o un baricentro per la natura, ma nasca insieme a essa, da essa diventi inseparabile.