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Rassegna stampa the independent | smog, la malattia delle metropoli

the independent
smog, la malattia delle metropoli

8 febbraio 2018

“Abbiamo visto uccelli cadere dal cielo”: così Josh Gabbatiss intitola il suo articolo per The Independent in cui analizza la “nuova piaga” dell’inquinamento che colpisce il nostro pianeta e studia le strategie dinamiche e innovative delle città che cercano soluzioni contro lo smog.

“L’inquinamento atmosferico è motivo di  preoccupazione globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla di oltre 5,5 milioni di morti premature ogni anno;  una minaccia per la popolazione mondiale maggiore rispetto alla malaria e all’HIV messi insieme”. Il giornalista britannico si concentra su Londra, come esempio di metropoli che soffre lo smog e che è considerata una delle città più inquinate della Gran Bretagna e d’Europa. Ad illustrare la portata del problema una testimonianza del professor Kian Fan Chung, specialista in medicina respiratoria all’Imperial College di Londra: “L’impatto sulle malattie cardiovascolari e respiratorie è ben noto, ma le ultime ricerche indicano effetti sul cervello, basso peso alla nascita dei bambini, aumento del rischio di cancro, ecc. Oltre determinati livelli di inquinamento, anche le persone normali iniziano a soffrire di sintomi quali tosse e respiro affannoso, con un aumento delle infezioni al torace”.

Il problema non è nuovo per i governatori di Londra. Infatti, sono passati 10 anni dall’adozione delle policies per le zone a bassa emissione, introdotte per limitare la circolazione dei veicoli altamente inquinanti. E sfortunatamente il report dei primi dieci anni dimostra la scarsa efficienza di queste misure. “Quasi 10.000 londinesi muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico e nel 2014 Oxford Street ha descritto Londra come la città con i livelli di biossido di azoto più alti d’Europa”.

Mentre prosegue la ricerca per soluzioni efficaci, Stefano Boeri ha suggerito un ambizioso intervento a livello cittadino. Josh Gabbatiss sottolinea: “Il suo piano per le città cinesi inquinate è ricoprire gli edifici interamente di verde. Oltre all’aspetto estetico, gli edifici coperti dalle piante assorbono anidride carbonica e particelle inquinanti nell’atmosfera, rendendo l’aria molto più pulita. L’architetto ha già costruito un Bosco Verticale in Italia, e ha grandi progetti per affrontare l’inquinamento in Cina. Iniziata la costruzione delle torri verdi nella città di Nanchino, progetta la creazione di intere Città-Foresta. Una strada immediatamente percorribile è quella di piantare più alberi, nella speranza che possano assorbire sostanze chimiche inquinanti dall’atmosfera”.

L’autore conclude esprimendo le preoccupazioni per le strategie dei singoli governi, che andrebbero migliorate. L’allarme dell’inquinamento nelle città non si risolverà da un giorno all’altro, ma deve essere risolto: il governo è attualmente minacciato dall’azione giudiziaria dell’UE. Inoltre è stata portata in tribunale per la terza volta la strategia elaborata dagli avvocati ambientali Client Earth. “Non è un problema facile da risolvere. Ci vorrà del tempo – dice Chung – Tutte le possibili soluzioni sono disponibili o lo saranno presto, ma c’è un equilibrio tra ciò che può essere fatto e ciò che dovrebbe essere fatto, determinato da considerazioni politiche, sociali e finanziarie”. Ambientalisti e scienziati sottolineano l’importanza di ridurre gli inquinanti alla fonte, piuttosto che investire in schemi che rimuovono gli inquinanti già presenti, il che significa abolire i combustibili fossili, investire nell’energia elettrica e impedire la circolazione di veicoli altamente inquinanti nelle città.

Mentre si cercano nuove strategie per contrastare il problema dell’inquinamento atmosferico, le soluzioni migliori potrebbero anche essere quelle più semplici.

L’articolo integrale di Josh Gabbatiss: http://www.independent.co.uk/environment/air-pollution-solutions-crisis-radical-world-london-uk-beijing-shanghai-delhi-a8191411.html