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Green Urban | Oases

Green Urban Oases

Immagini

Progetto

Stefano Boeri Architetti

Anno

2019- in corso

Tipologia

Strategie urbane, Pianificazione del Paesaggio, Forestazione Urbana, Paesaggio urbano, Valorizzazione del Paesaggio

Servizio

Visione, Linee Guida strategiche

Programma

Spazio pubblico

Credits

Stefano Boeri Architetti

Founding Partner: Stefano Boeri
Project Leader: Livia Shamir
Research Team: Simone Marchetti, Sofia Paoli, Luis Pimentel

Consulenti / Partners
FAO Food and Agriculture Organization (Lead), Royal Botanical Gardens Kew, The Arbor Day Foundation, C40, UN-Habitat, Cities4Forests, The Italian Society of Silviculture and Forest Ecology (SISEF), Urban Forest Research Center China

Nel 2007, l’Unione Africana ha lanciato il progetto Great Green Wall per recuperare i paesaggi degradati e trasformare la vita di milioni di persone nel Sahel, una delle regioni più povere del mondo. Il progetto, esteso su oltre 8.000 km, attraversa 20 Paesi e mira a ripristinare 100 milioni di ettari di terreni degradati, assorbire 250 milioni di tonnellate di anidride carbonica e creare 10 milioni di posti di lavoro entro il 2030.

A partire da questa idea di grande ispirazione e potenza, e con lo stesso approccio  transnazionale e multisettoriale, è nato il progetto Great Green Wall of Cities, poi Green Urban Oases, presentato a New York in occasione del Climate Action Summit 2019.

Coordinato dalla Food and Agricultural Organization (FAO), il progetto ha visto il coinvolgimento di diversi gruppi di lavoro, organizzazioni e professionisti, tra cui Stefano Boeri Architetti, il Royal Kew Botanical Gardens Kew, la Arbor Day Foundation, C40, UN-Habitat, Cities4Forests, la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale e il Centro di Ricerca sulle Foreste Urbane in Cina.

Mentre Great Green Wall si concentra principalmente sulle aree rurali, la visione per Green Urban Oases si sviluppa a partire dai contesti urbani con particolare attenzione alle città delle zone aride, tra le più vulnerabili alla crisi ambientale. Tra i Paesi coinvolti nella lista preliminare, in Asia e Africa nord-orientale: Cabo Verde, Namibia, Sud Sudan, Afghanistan, Mongolia, Ciad, Giordania e Tunisia.
In particolare il progetto ha l’obiettivo di incrementare la resilienza delle città al cambiamento climatico: attraverso strategie di forestazione urbana e pratiche di coinvolgimento attivo delle comunità locali, Green Urban Oases garantisce la continuità ecologica all’interno delle città e tra di esse, al fine di aumentarne la capacità di risposta agli effetti della crisi ambientale e, di conseguenza, rendere più resilienti i mezzi di sostentamento alimentare ed economico degli abitanti. 

Se da un lato infatti la forestazione urbana e le nature-based solutions non rappresentano l’unica soluzione alla crisi ambientale, dall’altro lato a scala regionale e urbana contribuiscono certamente a sviluppare una risposta e un adattamento ai cambiamenti climatici, mitigando il microclima, proteggendo i suoli e preservando i bacini fluviali, oltre a fornire agli abitanti delle città e alle comunità locali importanti servizi ecosistemici. Con questa prospettiva, il progetto mira a creare una serie di “oasi verdi” , integrando questi punti di discontinuità nel più ampio mosaico degli interventi di ripristino del paesaggio nelle regioni semiaride del mondo, aumentando la resilienza delle città agli shock esterni e migliorando la salute e il benessere degli abitanti delle città.

Il progetto fa riferimento allo studio pubblicato su Global Change Biology (Di Sacco A., Hardwick KA, Blakesley D., et al., 2021) che riporta linee guide e regole per garantire l’efficacia di progetti di forestazione (afforestazione e riforestazione), per definire le priorità e gli elementi chiave per lo sviluppo futuro. In particolare, una delle indicazioni riportate nel documento di ricerca, già tra le attività previste da Green Urban Oases, è quella di lavorare a stretto contatto con gli stakeholder e la popolazione locale per sviluppare strategie forestali partecipative città-regione. A livello attuativo dunque, il programma Green Urban Oases prevede il coinvolgimento attivo e la partecipazione delle comunità locali nell’intero processo di pianificazione, progettazione e gestione, così come è già stato fatto dal progetto Great Green Wall in Africa. In questo modo,  le soluzioni individuate nelle diverse città possono rispondere nel modo più coerente e puntuale possibile  alle esigenze più urgenti delle popolazioni locali e alle condizioni climatiche e agroecologiche del sito, ricorrendo ad interventi differenti alle diverse scale, quali ad esempio la creazione di foreste urbane, parchi, foreste alimentari urbane, fattorie urbane. 

In generale, Green Urban Oases rappresenta la scala più ampia di applicazione di strategie di forestazione urbana e nature-based solutions, che vede nei corridoi ecologici globali una risposta integrata e potente alle attuali complessità sociali e ambientali. L’idea di lavorare a partire dalle città, per generare e attivare un processo trasformativo di tutto il territorio, comprese le aree naturali e semi antropizzate, può realmente contribuire a combattere gli effetti e le cause della crisi climatica, innescando allo stesso tempo nuove leve economiche, di supporto ad una potenziale crescita sostenibile delle popolazioni locali.