Come dispositivo urbano anti-sprawl, equivale a un’area di villette immerse nel verde di circa 75.000 mq, ma condensata su una superficie pari solo all’1,4% di tale estensione, con un significativo risparmio di suolo.
La presenza della natura vivente è un fattore endemico del processo progettuale: lo condiziona e ne è a sua volta condizionata. Il mondo vegetale (e anche quello animale) entra per la prima volta in modo intrinseco nel linguaggio dell’architettura.
Il concetto alla base del Bosco Verticale determina non solo le caratteristiche urbane e tecnologiche del progetto, ma anche la sua configurazione architettonica e la sua espressività. Formalmente, le torri si distinguono per balconi aggettanti e sfalsati, ciascuno sporgente di tre metri, progettati per ospitare grandi vasche esterne e permettere la crescita libera delle chiome degli alberi fino a tre piani di altezza. La distribuzione e dimensione dei balconi e, quindi, la composizione delle facciate, è definita proprio in base allo sviluppo previsto delle chiome, affinché le piante possano crescere e prosperare nello spazio garantito dallo sfalsamento dei balconi.
La selezione delle specie vegetali è avvenuta in base alle loro esigenze specifiche di esposizione – sempreverdi a sud-ovest, caducifoglie a nord-est – e al loro sviluppo in altezza in relazione al disegno dei balconi e al loro impatto sul benessere psico-fisico degli abitanti.
Lo studio sulla vegetazione, durato oltre due anni con il supporto di agronomi specializzati, ha permesso di scegliere le specie più idonee e analizzare umidità e microclima specifico per trarre beneficio dalla moltiplicazione della biodiversità, evitando allo stesso tempo insetti indesiderati come le zanzare.
La finitura in gres porcellanato scuro delle facciate richiama il colore della corteccia degli alberi, offrendo un fondale che valorizza il verde e suggerisce l’idea di una “casa sull’albero”, densa di richiami letterari e simbolici.
Il contrasto con elementi in gres bianco – come le cornici dei balconi e alcuni moduli sulle finestre – introduce un ritmo sincopato nella composizione, spezzando la compattezza visiva dei volumi architettonici e amplificando ulteriormente la presenza delle piante.
Le facciate non sono solo superfici, ma spazi tridimensionali, anche dal punto di vista estetico e temporale, grazie ai cambiamenti ciclici e morfologici di colore e dimensione delle piante.
Grazie alla presenza di alberi e arbusti, il Bosco Verticale costituisce un ecosistema autonomo che, a differenza delle facciate “minerali” in vetro o pietra, non riflette né amplifica la luce solare, ma la filtra, generando un microclima interno accogliente e influenzando positivamente anche quello dell’area circostante. L’ombreggiamento e l’evapotraspirazione delle piante regolano le condizioni climatiche riducendo l’umidità e abbassando la temperatura delle superfici fino a 30°C, con un conseguente abbattimento dei consumi energetici per il raffrescamento interno, con un abbassamento della temperatura negli appartamenti di 2-3°C.
A livello urbano, gli alberi ospitati nel Bosco Verticale giocano un ruolo cruciale nella mitigazione dell’effetto “isola di calore”.
Lo dimostrano le immagini termiche satellitari pubblicate dall’Agenzia Spaziale Europea nel 2022, secondo cui il Bosco Verticale e il parco BAM (Biblioteca degli Alberi Milano) costituiscono un sistema in grado di abbattere significativamente le temperature, al pari di parchi molto più estesi come il Parco Sempione.
Il progetto ospita una varietà di appartamenti da 60 a 400 mq, ciascuno con caratteristiche e configurazioni diverse, in cui la flessibilità è elemento chiave. Ogni unità ospita almeno 2 alberi, 8 arbusti e 40 piante, garantendo una vicinanza costante al verde e i relativi benefici fisici e psicologici. Il corpo scale e ascensori non è posizionato centralmente, come accade solitamente, ma sul perimetro della pianta. Questa scelta, sebbene riduca le aree private con valore commerciale, garantisce una maggiore esposizione alla luce naturale e la qualità degli spazi comuni, in linea con l’impostazione del progetto.
La componente vegetale del Bosco Verticale è parte integrante dell’architettura e della città: è considerata un bene comune, condiviso tra tutti gli abitanti, come l’atrio o il sistema distributivo. Le piante dell’edificio sono proprietà collettiva e non possono essere modificate, rimosse o sostituite dai singoli condomini.
Per garantirne la salute, a prescindere dall’esperienza o disponibilità dei singoli abitanti, la manutenzione è centralizzata e affidata a un team di professionisti.
Come i tecnici che puliscono le facciate in vetro dei grattacieli, anche la potatura esterna è affidata ai “Flying Gardeners”, giardinieri specializzati che due volte all’anno scalano le torri con corde, caschi e imbracature. Altre due sessioni annue di manutenzione avvengono dall’interno degli appartamenti, in accordo con gli inquilini.
L’irrigazione è centralizzata e gestita da remoto a livello condominiale, tramite un sistema digitale che monitora costantemente lo stato delle piante, garantendo che ogni vasca riceva la giusta quantità d’acqua. Il sistema utilizza acque di falda e ricicla le acque grigie dell’edificio. Pannelli solari sul tetto forniscono l’energia necessaria a far funzionare il sistema fino agli ultimi piani.
Come un albero, l’edificio trae energia dalla terra e dal sole per nutrire e sostenere le proprie chiome.