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la città sostenibile è anche intelligente

Una delle caratteristiche principali dell’attività di Stefano Boeri Architetti è la grande attenzione nei confronti dell’architettura sostenibile e del rapporto tra uomo, architettura e natura. Non c’è dubbio che includere nel processo di progettazione la componente sociale e quella naturale, ambientale e animale, arricchisca non solo il progetto in sè ma aumenti anche il potere rigenerativo del contesto in cui si inserisce.

Si apre così l’intervista a Stefano Boeri fatta da Grazia Giordano, collaboratrice dell’Organizzazione LongTerm Economy e Dario Ruggiero  che ne è il fondatore.

Non si può dimenticare che le città, così come sono state pensate fino ad oggi, producono il 70% della CO2 presente nell’atmosfera terrestre e contribuiscono purtroppo in maniera significativa al cambiamento climatico. Stefano Boeri e il suo studio lavorano già da molto tempo alla ricerca di strategie di progetto, a partire dalla grande fino alla piccola scala, che possano contrastare questa drammatica tendenza. Che si tratti di piani urbanistici o del disegno di un singolo edificio, l’integrazione di una componente vegetale arborea e arbustiva è ormai una cifra dello studio milanese; d’altra parte, i boschi e le foreste sono in grado di assorbire quasi il 40% dell’anidride carbonica prodotta dalle città.

Introdurre interventi pianificati e ben calibrati di Forestazione Urbana, oltre a ridurre sensibilmente la presenza di agenti inquinanti e l’assorbimento di polveri sottili, contribuisce a tutelare un buon livello di biodiversità e garantisce la sopravvivenza delle specie viventi.

Stefano Boeri Architetti ha progettato due Città Foresta, rispettivamente a Shijiazhuang e Liuzhou in Cina, sono dei progetti urbani interamente sostenibili e lavorano entrambi sulla ricucitura di un rapporto armonico tra uomo e natura a seguito di una rottura profonda causata dall’industrializzazione.

Il punto nodale dell’intera intevista è tutto racchiuso nella richiesta a Stefano Boeri di delineare eventuali analogie o differenze tra le Città Foresta e le così dette Città Intelligenti a cui Boeri risponde molto chiaramente affermando che “l’idea di Città Foresta riprende quelle che sono le caratteristiche di una città “intelligente” in termini di mobilità,
sistemi infrastrutturali e sostenibilità energetica, ma supera l’idea di smart city introducendo la presenza della vegetazione come elemento costitutivo della città e dell’architettura, e non più come semplice ornamento”.

Il Bosco Verticale è stato sicuramente il progetto che ha permesso di toccare con mano gli effetti positivi dell’apporto della vegetazione in primis su alcune parametri ambientali, come per esempio l’assorbimento di CO2. Se si considera che la vegetazione dell’edificio riduce sensibilmente l’umidità, contribuisce a diminuire la temperatura in estate, alberga quasi cento specie diverse di piante dove nidificano oltre quindici specie di uccelli, in breve tempo le due torri di Porta Nuova danno vita a un nuovo e ricco ecosistema urbano.

Tutti questi elementi, oltre al benessere fisico e psicologico che deriva dal vivere a contatto con il verde, hanno sicuramente contributo ad accrescere l’interesse verso questo tipo di soluzioni che si stanno diffondendo
in tutto il mondo.

La presenza delle piante non solo lungo i viali, nei parchi e nei giardini, ma anche sulle facciate degli edifici sarà il carattere distintivo di questo nuovo tipo di città e consentirà di contribuire a migliorare la qualità dell’aria, ridurne la temperatura media, generare una barriera al rumore e alle polveri sottili e implementare la biodiversità delle specie viventi, creando un sistema di spazi vitali per gli uccelli, gli insetti e i piccoli animali che abitano il territorio locale.

 

La rivista online a questo link: http://www.ambiente-online.it/public/rivista/ambiente113Flip/mobile/index.html#p=7


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