9 ottobre 2017
Riflettori accesi sul modello Bosco Verticale, di cui parlano i media di tutto il mondo. L’intervista rilasciata dall’architetto Stefano Boeri ad AFP (agenzia di stampa francese) viene riprese da Publinews in Guatemala. Il progetto del Bosco Verticale “è nato dalla mia ossessione degli alberi – spiega l’architetto Boeri – e da una riflessione sul modo in cui essi possono diventare una componente essenziale dell’architettura. Nel 2007 ero a Dubai e guardai quella città in mezzo al deserto, con più di 200 torri di vetro che moltiplicano l’effetto del caldo” ricorda. Ecco che ha preso forma l’idea di un edificio che “non solo possa accogliere la vita, ma anche contribuire a ridurre l’inquinamento delle città, grazie alla capacità degli alberi di assorbire CO2 e polveri sottili”.
“Le città ora producono circa il 75% della CO2 presente nell’atmosfera e portare più alberi in città significa combattere il nemico sul suo campo” sostiene l’architetto, spiegando come il modello del Bosco Verticale sia una delle possibili risposte che l’architettura può dare per contrastare gli effetti del climate change.
Le due torri del Bosco Verticale, con più di 20.000 piante e alberi, l’equivalente di due ettari di foresta, sono un concetto di successo mondiale, esportato in tutto il pianeta, dall’Olanda alla Cina.