Email

[email protected]

Phone

+39 02 55014101

Sede Italiana

Via G. Donizetti, 4
20122 Milano IT

Rockisland 2.0 Archipelago

Rockisland 2.0 Archipelago

Immagini

Progetto

Boeri Studio (S. Boeri, G. Barreca, G. La Varra), Ghigos Ideas, A. Caputo, R. Paci Dalò

Luogo

Rimini, Italia

Anno

2007

Cliente

Rockisland s.r.l.

Tipologia

Ristorante

Commissione

Concorso su inviti, il primo classificato

Superficie

600 m2

Rockisland chiude la passeggiata del molo di Levante di Rimini lunga 400 metri. Questo lembo di terra che si inoltra nel mare è lo spazio urbano meno predeterminato della città e, per molti versi, quello più affascinante. Le ragioni di tale  fascinazione sono legate al carattere “aperto” di questa passeggiata. Si tratta di uno spazio “vago”, nel senso etimologico del termine, un vuoto che accoglie i riminesi prima ancora che i turisti, a tutte le ore del giorno e della notte, un luogo sicuro e intimo, che porta verso il mare e restituisce, alla fine, una visione allargata e panoramica del fronte della città, selezionandone alcune immagini specifiche: la spiaggia libera sullo sfondo della Rimini dei “bagni”, l’entrare e uscire delle barche dalla darsena, il mare aperto che si frange contro le difese del porto. Il carattere urbano è dato infatti dall’attivarsi, lungo la passeggiata, di flussi di persone che sembrano determinare una pausa rispetto alla densità, una presa di distanza, una sosta prima di ritornare nella iperdeteminazione della città storica, degli alberghi o delle spiagge. Rockisland sembra avere assunto questo carattere, è un edificio unico nella storia di Rimini, un po’ discoteca, un po’ bar, un po’ ristorante, ma soprattutto un osservatorio che conclude la passeggiata, un cortocircuito tra i panorami della città e del mare. Sembra impossibile oggi immaginare il molo di levante senza Rockisland, non ne è solo – insieme al faro di segnalazione della bocca di porto – la conclusione, ma è soprattutto la sua sintesi.

Rockisland 2.0 è pensato come uno spazio capace di assomigliare alla vita che il molo ospita, al sistema di relazioni pubbliche – aperto, imprevedibile, lento – che introduce alla scoperta di questa testa di molo, che è uno dei luoghi simbolici di Rimini e della Riviera.
Rockisland 2.0 è la composizione di tre linee di forza: uno spazio collettivo + una macchina sensoriale + un dispositivo adattabile a diverse configurazioni. Alla fine del molo si potrà salire su Rockisland 2.0, e da lì tornare a guardare lo skyline della città che è alle spalle, la darsena affollata di barche, l’orizzonte del mare e il cielo. Rocksland 2.0 è uno spazio collettivo sempre aperto alla città: anche quando il locale dovesse essere chiuso, la nuova copertura sarà sempre accessibile, contribuendo a fornire un luogo di attestamento alla passeggiata, un luogo conforme alla natura gratuita, vaga, indeterminata e libera che caratterizza i 400 metri del molo di levante che si inoltrano sul mare.
Rockisland 2.0 ospita la natura del molo, la coinvolge e la estende. La copertura è un pezzo nuovo del molo di levante, un nuovo spazio pubblico della città di Rimini. Dai camini e dai lucernari posti sulla copertura irrompe la luce e la musica, emergono le voci e il rumore dei bicchieri tra le mani dei baristi, la colonna sonora della vita interiore è filtrata e dirottata all’esterno, ma soprattutto all’interno.
Rockisland 2.0 è una macchina sensoriale. Il sistema dei camini e dei lucernari caratterizza il disegno del suolo oltre a quello della copertura. Dall’interno di Rockisland 2.0 si potrà vedere l’orizzonte, il cielo e anche il mare che si muove nel piano sottostante, tra i pilastri. I lucernari saranno aperti verso il basso oltre che verso l’alto, il rumore del mare salirà nel locale, la sua presenza sottostante non è nascosta ma piuttosto “messa in scena”. Alcuni ambienti interni sono impostati sotto l’attuale livello di calpestio. Ci si avvicina al mare senza uscire da Rockisland 2.0. L’intento del progetto è quello di coinvolgere lo spazio sottostante senza snaturarlo. Di questo spazio Rockisland 2.0 si appropria rendendolo visibile, accogliendo l’aria carica di salsedine che arriva dal mare, ascoltando il rumore delle onde contro il molo, ma senza invaderlo con presenze e attività.