
Uno sguardo sul futuro delle città: il tema dell’edizione 2018 di Milano Arch Week dal titolo Urbania. Ne parla Stefano Boeri in diretta su Rai Uno, a Unomattina venerdì 18 maggio.
Tutti gli architetti hanno sempre immaginato la città a misura d’uomo, ma come si fa a disegnare o correggere le città che hanno iniziato con vocazioni sbagliate?
SB: Non è facile, la città non è un organismo che si può modificare. Però ovviamente negli ultimi anni, per esempio, in Europa, nel Nord America si è cercato di evitare che le città crescessero troppo all’esterno, consumando terreno agricolo, consumando porzioni di natura, e che invece crescessero più al loro interno, per esempio recuperando gli innumerevoli spazi vuoti abbandonati che meritano di essere ripensati. Ma questo succede nel mondo occidentale. Ci sono paesi – penso alla Cina, penso all’India – in cui bisogna ancora continuare a costruire le città, perché i processi di migrazione dalle campagne verso le città sono immensi. E quindi lì bisogna pensare le città in un modo totalmente nuovo, che sappiano crescere insieme alla natura, le città che affrontano la sfida del cambiamento climatico e anche la sfida della povertà.